BITCOIN E LA TEORIA DI SATOSHI NAKAMOTO
Bitcoin è una valuta digitale
Bitcoin è una valuta digitale basata sulla crittografia, cioè è una criptovaluta. Non esiste come moneta di carta o metallo, ma va considerata invece come una successione di bit, creati da un software open source. In informatica il termine inglese open source (che significa sorgente aperta) viene utilizzato per riferirsi ad un software di cui i detentori dei diritti rendono pubblico il codice sorgente, favorendone il libero studio e permettendo a programmatori indipendenti di apportare modifiche ed estensioni.
Se il software è open source, vuol dire quindi che è verificabile da chiunque e che chiunque può a suo modo copiarlo per farci qualcosa che vada bene per lui o intervenire presso la community di sviluppatori per suggerire migliorie e sistemare eventuali vulnerabilità. Un codice Open Source è per sua stessa natura un codice democratico. Sebbene tutto ciò sembri molto nebuloso, soprattutto per chi non si intende molto della materia, è bene sapere che non è indispensabile conoscere nei dettagli il funzionamento che c’è dietro un software per poterlo utilizzare.
Così come un’automobile, Bitcoin è tecnicamente molto avanzato ed estremamente complicato da capire, ma come tutte le cose anche questo sforzo è direttamente proporzionale al livello che si vuole raggiungere. Proprio come un’automobile, anche per Bitcoin, non è necessario acquisire informazioni troppo tecniche per poterlo utilizzare efficacemente, anche nella vita di tutti i giorni.
Bitcoin valuta digitale, tutto inizia con Nakamoto
Tutto ha inizio nel 2009 quando un tale, conosciuto solo tramite lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, pubblica il paper: “Bitcoin, un sistema di moneta elettronica Peer-to-peer“, dove illustra i concetti che implementa nei mesi successivi per realizzare il codice Bitcoin. Ma chi è Satoshi Nakamoto ?
Se credi che Nakamoto sia questo (vedi immagine) ti sbagli di grosso. Il nome dell’uomo nella fotografia è Dorian S. Nakamoto 70enne Giappo-Americano, scambiato dal giornale Newsweek nel lontano 2014 come il vero Satoshi Nakamoto, sebbene Dorian abbia sempre smentito la notizia e dichiarato a più riprese che lui con bitcoin non c’entrasse nulla. Smentite a quanto pare non sufficienti, l’umanità intera che cerca su internet Satoshi Nakamoto, trova sempre questa immagine, quindi il “povero” Dorian Nakamoto è certamente un Nakamoto, ma non quello che cerchiamo noi.
Tant’è che è proprio il vero Satoshi Nakamoto a correre in “soccorso” di Dorian, smentendo lo scoop del giornale Newsweek[1] ed in un breve post apparso sul P2P Foundation ‘s page Ning, afferma semplicemente: ‘Non sono Dorian Nakamoto.’ Sebbene ancora nessuno sappia con certezza chi sia il creatore di Bitcoin (o se Satoshi Nakamoto sia anche il suo vero nome), il post di Ning è degno di nota perché è collegato allo stesso indirizzo email utilizzato nel post della P2P Foundation del 2009 di cui nel documento allegato è anche uno dei primi a descrivere accuratamente Bitcoin.
From: Satoshi Nakamoto <satoshi <at> vistomail.com>
Subject: Bitcoin P2P e-cash paper Newsgroups: gmane.comp.encryption.general Date: Friday 31st October 2008 18:10:00 UTC (over 8 years ago) I’ve been working on a new electronic cash system that’s fully peer-to-peer, with no trusted third party.
The paper is available at: http://www.bitcoin.org/bitcoin.pdf
MA COSA VUOLE RISOLVERE SATOSHI NAKAMOTO ?
In pratica, la domanda a cui Nakamoto vuol dare una risposta è: “si può costruire un sistema per fare transazioni elettroniche che facciano a meno della necessità di un intermediario (banca) su cui porre la fiducia e che coinvolga solo i diretti interessati ?”. Grazie a bitcoin, Nakamoto è riuscito a dare una risposta pienamente affermativa a questa domanda, gettando le basi di quella che è diventata una vera e propria rivoluzione economica e sociale.
Nakamoto continua:
“c’è bisogno di un sistema di pagamento elettronico basato solo su prove crittografiche, permettendo di fatto ai diretti interessati di fare un pagamento senza aver bisogno di una terza parte fidata”.
La prova crittografica in realtà è un artificio matematico, che serve per dimostrare che un dato non è stato manomesso e ha la particolarità di essere facilmente verificabile ed essere praticamente impossibile da falsificare. Ma la cosa importante dell’affermazione di Nakamoto è: i diretti interessati sono autonomi nel fare questa verifica, non c’è bisogno cioè, di nessuno che garantisca alcunché.
Nessuno che garantisca per LORO, quindi non serve nemmeno una banca affinché le transazioni tra individui possano essere applicate e validate. Per iniziare: NON SERVE UNA BANCA ! Il bitcoin nasce nel 2009, mettendo insieme varie idee già presenti a quel tempo. Già a metà degli anni ‘80 ci furono i primi esperimenti con i quali erano stati avviati test per creare le prime valute digitali e per dare vita ad un vero e proprio processo di privacy del valore.
Tratto da “Dalla blockchain al bitcoin: Guida pratica per capire, acquistare, conservare e scambiare bitcoin”.
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Independent researcher and consultant, Tech Writer at Blockchain Technology. From Italy