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Giappone: il paese dei manga e dei bitcoin


Tutti noi pensando al Giappone abbiamo bene in mente i cartoni animati, l’industria automobilistica, la robotica ed in generale il miracolo economico che da dopo la seconda guerra mondiale ha trasformato il paese dalle forti e vive tradizioni in una delle maggiori potenze economiche al mondo.

Oggi con un debito pubblico su PIL oltre i 235% il paese del sol levante non finisce di stupire nei primati.

In particolare nel settore delle criptovalute vi sono delle interessanti novità, difatti la Mitsubishi UFJ Financial Group Inc. ovvero la più grande banca nipponica ha in programma non solo di lanciare un proprio Exchange per permettere ai propri clienti di comprare e vendere cryptocurrency, ma anche di rendere disponibili dei particolari conti bancari studiati apposta per i trader.

L’Exchange potrà essere utilizzato per acquistare la MFUJ coin, una cryptovaluta che la banca terrà legata allo Yen con un rapporto di cambio quasi uno ad uno, che potrà oscillare come gia avviene per altre cryptovalute c.d. peggate alle valute ufficiali (tether USD e EuroN). La ragione di questa oscillazione, spiega la banca in una nota, è dovuta al fatto che se il cambio fosse fisso la stessa dovrebbe sottostare alle norme che regolamentano l’emissione di moneta privata in Giappone e che la banca stessa interverrà per ridurre eventuali fluttuazioni eccessive.

Certamente i rischi di una moneta “privata” ancorché emessa dalla prima banca commerciale del Giappone sono molti, in prima battuta la copertura della moneta stessa.

Se per Bitcoin o anche Ethereum il valore della moneta è dato si dal mercato, ma anche dal lavoro dei miners che risolvendo algoritmi complessi con computer e processori contribuiscono alla creazione dei blocchi e all’emissione di monete nuove, nel mondo delle coin c.d. preminate il valore è del tutto arbitrario e quindi di fiducia nell’ente che l’ha emessa e la gestisce. Cosa che avviene anche nel mondo normale da quando il denaro non è convertibile in oro o altro bene sottostante, ma emesso “a piacere” dalle banche centrali di tutto il mondo.

Se Bitcoin ed Ethereum sono monete basate su registri pubblici, distribuiti e verificabili, non sempre questo modello vale per altre cryptovalute che comunque troviamo sui maggiori exchange. Ad esempio Ripple, di cui abbiamo gia parlato è una moneta estremamente centralizzata, mentre IOTA per essendo una moneta preminata ha un sistema in potenza molto distribuito essendo tutti gli utenti i minatori.

Tornando alle c.d. pegged coin i rischi sono maggiori rispetto ad una blockchain o DAG coin, in quanto è molto importante la fiducia che l’ente di gestione possa coprire con valuta Fiat il totale delle coin emesse. Siamo sicuri che la società che gestisce il Tether USD abbia in un conto corrente il controvalore dei Tether emessi? Se parlassimo di Bitcoin o di Ethereum sarebbe facile per chiunque vedere i wallet del gestore data la trasparenza della blockchain, ma i bilanci ahinoi
sono estremamente facili da truccare.

Con questo non voglio stigmatizzare la lodevole iniziativa della banca giapponese che, se gestita bene, renderebbe più accessibile il mondo delle crypto anche ai più reticenti dando loro la possibilità anche di aprire dei conti dedicati che potranno essere linkati perfino ad altri Exchange estranei alla banca senza che la stessa possa controllare le chiavi private.

Come date fiducia alla vostra banca per le valute fiat Yen, Euro o Dollaro che sia, vi verrà spontaneo di dare fiducia alle stesse anche per le crypto, ma la cosa importante è essere consapevoli dei rischi e delle possibilità di gestione in autonomia dei propri portafogli.

 

 

 

 
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