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“Odiare” XRP è davvero una mossa intelligente?


Osteggiare la blockchain tanto amata da Ripple è diventato lo sport nazionale della cripto-community… ma sono realmente critiche fondate?

XRP è la terza crypto-moneta per market cap, e molti sono concordi che darà filo da torcere ad Ethereum e anche Bitcoin.
Esiste però una notevole differenza di percezione da parte del pubblico appassionato.
Basta visitare qualsiasi forum che parla di Crypto, oppure navigare sui social: XRP viene visto come il “demonio”, l’incarnazione di ciò che una blockchain non deve essere!

Le motivazioni sono le più disparate, ma il “problema” di fondo è che XRP ha a che fare con una azienda privata, Ripple, e soprattutto ha a che fare con le Banche, le nemiche numero uno!
Ripple è prima di tutto una azienda di pagamenti, e di conseguenza sta cercando di introdurre la blockchain anche all’interno di queste istituzioni, per velocizzare i trasferimenti di denaro che obiettivamente al giorno d’oggi sono lentissimi e molto costosi.

La diffidenza quindi sembra ben giustificata: Bitcoin e company non hanno bisogno di banche per funzionare anzi, sono progetti nati per soppiantarle… e ora questa Ripple che fa? Addirittura le aiuta!
Ovvio che XRP dev’essere una fregatura!

Ma ne siamo proprio sicuri?
La realtà è che purtroppo, come accade sempre più spesso anche in altri contesti, le bufale e la disinformazione prendono il sopravvento… e nel caso di XRP la situazione è molto evidente e oserei dire drammatica!
Fare ricerca, informarsi profondamente, costa un sacco di fatica… mentre re-twittare un post accusatorio è più semplice, e diciamocelo… anche più soddisfacente!

In questo articolo, solo uno dei tanti che ho intenzione di dedicare all’argomento, cercherò di fare luce sul progetto XRP, spiegando cos’è e come funziona, sperando di allontanare un bel po’ di dubbi che imperversano su questa blockchain!

Partiamo dall’inizio: XRP (la moneta, non l’azienda!) è nata prima di Ripple!
XRP è ancora oggi un progetto completamente opensource. Ripple (al tempo OpenCoin) è stata fondata per promuovere il suo utilizzo come asset digitale di scambio, di conseguenza gran parte degli XRP sono stati donati all’azienda.
Al giorno d’oggi Ripple detiene il 60% delle riserve, ma a differenza di quello che si può pensare non è libera di venderli come vuole!
Ho intenzione di approfondire questo argomento più avanti, si tratta comunque di una funzionalità della blockchain chiamata Escrow, che permette di “mettere in cassaforte” degli XRP che vengono liberati dalla blockchain stessa solo a determinate condizioni. Ripple ha ben 55 Miliardi di XRP in Escrow, e semplicemente se domani li volesse vendere non può.

 

Abbiamo detto che XRP è opensource, ma non solo: la rete è pubblica, tutte le transazioni sono consultabili in real time e soprattutto per accedere alla blockchain non serve il permesso di nessuno!
https://xrpcharts.ripple.com/#/transactions

E’ credenza abbastanza diffusa che per usare questa blockchain sia necessario il permesso di Ripple, ma non è assolutamente vero!
Ci sono un sacco di progetti che si appoggiano ad XRP, a cui Ripple non partecipa. Anche installare un server validator, ovvero un server che partecipa alla validazione delle transazioni, è possibile senza alcun tipo di permesso. E ovviamente la creazione di un wallet XRP è un gioco da ragazzi, date un occhio a Toast Wallet!
https://toastwallet.com

Concludo questo primo articolo sfatando un altro mito (illustrato nel video soprastante): la blockchain XRP NON è centralizzata!
A questo link potete vedere i validators attualmente attivi (più di 730):
https://xrpcharts.ripple.com/#/topology

Ripple in questo momento detiene poco meno del 6% dei server. Già oggi quindi non ha alcun potere sulla validazione delle transazioni, ma nonostante questo l’obiettivo entro fine anno è quello di creare una rete più decentralizzata di Bitcoin.
Non contenta di questo Ripple ha comunque intenzione di spegnere gran parte dei suoi server validator entro la fine dell’anno, per garantire ulteriore trasparenza.

Mi fermo qui per ora, sperando di avervi instillato un po’ di sana curiosità!
La prossima settimana entreremo nel dettaglio, spiegando come funziona il protocollo di consenso di XRP, completamente diverso dal Proof of Work a cui siamo abituati!

 

 
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