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STABLECOIN IN CONTINUA CRESCITA, MA A STOPPARE L’ENTUSIASMO POTREBBERO PENSARCI LE BANCHE CENTRALI


A partire dalla metà di Febbraio e fino alla fine marzo,  la capitalizzazione complessiva di bitcoin ha fatto segnare una contrazione vicina al 37% , così tutto il mercato crypto, come documentato dall’andamento del Marcketcap.

Nonostante il mercato dei Bitcoin e delle crypto abbia rallentato la sua corsa, le cifre relative alla capitalizzazione delle stablecoin hanno continuato invece a salire, si è assistito infatti ad una crescita significativa di tutte le crypto stabili peggate al dollaro, Tether in particolare. 

 

Non solo Tether con un travolgente aumento del Cap ha registrato una significativa crescita, che lo ha portato a sfiorare i $ 7,24 Miliardi (quotazione odierna) e a diventare la 4′ crypto del mercato, ma altre Stablecoin come USDC e PAX a Marzo, hanno superato i mercati di scambio BTC / EUR e BTC / KRW. 

Su i mercati, BTC / USDC e BTC / PAX sono stati scambiati rispettivamente 1,35 milioni di BTC (+ 71%) e 0,67 milioni di BTC (+ 1553%) , portando la negoziazione di BTC in USDT a triplicare il valore fino a 21,6 milioni di BTC, contro 7,7 milioni di BTC di febbraio (+ 182%), come riportato dal Blog Bitmex.

IL MONDO CERCA DOLLARI

La crisi economica innescata dal COVID-19, ha portato ad una forte richiesta mondiale di dollari, in parte soddisfatta proprio da crypto-dollari, capaci di rispondere a gran parte di questa domanda repressa. 

Grazie agli stablecoin questo interesse è diventato ancora più evidente quando il valore della maggior parte delle token è crollato.

La storia legata alle stablecoins, per la maggior parte ancorate al dollaro digitale, accessibili a livello globale e resistenti alle crisi, è un argomento che si sostiene  da sé essendo queste disintermediate, facili da trasferire e spendere, sempre più interessanti e competitive per il mercato globale e soprattutto stabili!.

Nei paesi in cui l’inflazione è feroce, la scelta di rinunciare alle valute locali a favore di stablecoin agganciati a dollari, tutti o la maggior parte sviluppati su reti Ethereum, sarebbe una svolta profondamente significativa e in parte ironica del destino per il mondo crypto, che invece aveva puntato tutto su bitcoin.

Ecco che le stablecoin, in un mondo alla continua ricerca di dollari, diventano un accesso al capitale e alla liquidità in crescita esponenziale, non solo perché censura-resistenti, ma soprattutto perchè esenti dal rischio di volatilità e di pignoramento.

LA POSIZIONE DELLE BANCHE CENTRALI

Sebbene la situazione sia incoraggiante ed il mercato delle stablecoins  pare far immaginare ad una vera e propria ondata di dollarizzazione globale, sembra siano proprio le banche centrali a spingere per una regolamentazione, in particolare per le stablecoin centralizzate emesse privatamente e per quelle decentralizzate. 

Il pretesto sono i potenziali rischi che le stablecoin comportano o potrebbero comportare per la stabilità finanziaria globale ed in questa direzione si è espresso il Financial Stability Board (FSB), che  in dieci punti chiave formula altrettante raccomandazioni di alto livello, rivolte proprio alle banche centrali e alle autorità del G20.

In questo documento è suggerito l’avvio di una seria e concreta fase di regolamentazione delle stablecoin globali centralizzate, emesse privatamente e considera un possibile divieto per quelle decentralizzate. 

Se l’impegno da parte delle banche centrali fosse confermato, l’impatto che si avrebbe sul mondo crypto sarebbe devastante, molto probabilmente l’intero settore verrebbe penalizzato e non solo quello delle crypto stabili.

Si immagini il settore degli exchange che scambiano per più della metà di volumi giornalieri la coppia BTC/USD, se le indicazioni venissero confermate, potrebbe accadere che le uniche autorizzate a scambiare sul mercato crypto sarebbero le banche con valute sostenute da Fiat… e magari digitali !

 
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