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Distribuzione geografica dei CryptoTrader


Bitcoin e, sostanzialmente ogni Crypto Currency, sono per loro natura: transnazionali. Comprare e scambiare cryptoassets è un fenomeno globale.

Mentre i TOP-3 sono facili da intuire, ci sono alcune sorprese

Quello che iniziò all’inizio del decennio (3 gennaio 2009) nell’ambito di alcuni “hobbisti tecnologici” che estraevano bitcoin, è esploso in un settore internazionale del valore di centinaia di miliardi di dollari, con traders di tutto il mondo che si scambiano criptoasset e, a differenza di scambi tradizionali come il NASDAQ o il NYSE, sono aperti ogni giorno, accessibili a tutti, 24/7/365

Ma da dove provengono?

Attraverso il lavoro degli analisti di DataLight è stata creata questa visualizzazione che mostra la distribuzione geografica dei traders in tutto il mondo.

Utilizzando i dati sul traffico dei siti web *1 dei 100 più famosi exchange, l’infografica mostra quali paesi stanno scambiando e comprando criptoasset.

Come era prevedibile *2 , gli USA sono decisamente i primi. Con oltre 22 milioni di visite mensili, gli Stati Uniti rimangono di gran lunga il paese più attivo nel trading (o forse, semplicemente il più tracciabile ;)

In seconda e terza posizione, con livelli di traffico simili, ci sono il Giappone e la Corea del Sud. Poiché entrambi sono famosi per le criptovalute ed il loro sistema normativo, non sorprende che queste due nazioni asiatiche siano fortemente attive nel trading. L’anno scorso il “kimchi premium” è salito al 50% nelle fasi del mercato rialzista, il che significa che i sudcoreani stavano pagando il 50% in più per i loro bitcoin rispetto ai mercati statunitensi!

Anche il Regno Unito sta registrando un traffico di trading importante, con quasi 4 milioni di visite mensili agli exchanges. Con Londra che sta emergendo come un importante crypto hub europeo, ed è probabile che questo numero crescerà.

Volatilità delle valute legali (FIAT)

Per un motivo molto diverso, alcuni altri paesi stanno abbracciando i criptoasset in modo massiccio. Alcuni paesi emergenti sono notevolmente più in alto nella lista di quanto si possa pensare, la Turchia, l’Ucraina e il Messico (… e non sono riportati dati del Venezuela, Argentina …)

Il denominatore comune tra questi paesi è: la volatilità delle valute.

La Turchia, ad esempio, nell’ultimo anno ha visto fluttuazioni selvagge nel valore della Lira turca (il sole24ore), mentre le condizioni politiche turbolente fanno ancora oggi traballare il paese. È interessante notare come, ai primi di Agosto 2018 (il sole24ore), una diminuzione del valore della Lira fu accompagnata da un marcato aumento dei volumi di bitcoin su LocalBitcoin.

Questa dinamica probabilmente spiega anche il traffico sorprendentemente alto in Ucraina e in Messico poiché i cittadini insicuri sulla stabilità delle loro valute legali cercano mezzi alternativi per conservare il loro valore.

Cripto: copertura mondiale

Forse la caratteristica più ovvia (e notevole) dell’infografica è quanto il mondo stia tradando in criptoasset: quasi tutti i paesi del mondo fanno trading, con l’eccezione della Groenlandia e di alcune parti dell’Africa centrale. Tuttavia, gli sforzi di Binance, da quando hanno lanciato Binance Uganda nell’ottobre 2018 (qui e qui) potrebbero introdurre criptovalute nell’Africa centrale.

via: DataLight

*1 I dati sono presi dalla piattaforma di analisi SemRush.
*2 I dati sono stati categorizzati attraverso l’analisi degli indirizzi IP, quindi i traders che usano VPN sono fuori calcolo.

 

 

 
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